Struttura dualistica e finale

Spoiler, attenzione!

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  1. Elpg
     
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    ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER!

    La storia di questo manga si basa su una forte dualità: ovvero il continuo confronto tra Naruto e Sasuke. Il nostro intento è quello di mostrare come tutto l’intreccio narrativo nasca, si sviluppa e termini fondandosi essenzialmente sulla districazione di questo rapporto lungo tutto la durata della narrazione. Per questo motivo divideremo la storia in tre parti, mostrando in che senso il rapporto Naruto-Sasuke sia la chiave di lettura per l’intera trama narrativa.
    Esponiamo ora la divisione:

    1) la prima va dall’inizio fino all’epico scontro nella “Valle della Fine” tra Naruto e Sasuke (cap 1-238)
In questa fase, vi è la delimitazione dei due personaggi e il difficile rapporto tra i due. Per molti versi, sono diversi: Naruto non ha mai avuto una famiglia, è alla ricerca di legami. Il suo intento è quello di diventare Hokage, ovvero far in modo tutti lo (ri-)conoscano all’interno del villaggio. Tuttavia ciò si presta un sogno quasi impossibile: il ragazzo non ha nessuna dote particolare. Dall’altra parte abbiamo Sasuke: un genio, che, a differenza del protagonista, fin dalla nascita può contare sulla possibilità di sviluppare un’abilità innata unica nel suo genere, lo Sharingan. Il suo fine è opposto a quello di Naruto: vuole vendicare la famiglia e per questo motivo il suo unico pensiero è quello di diventare sempre più forte, a discapito delle relazioni che stringe con gli altri. Questo sua volontà lo porterà nel finale di questa fase a tagliare tutti i legami con i suoi amici, così da ottenere un potere superiore. Sebbene siano ai vertici opposti, i due personaggi sono però molto vicino: entrambi soli, entrambi in cerca della forza per realizzare i propri desideri. Da qui nasce la loro amicizia ed anche il loro contrasto: ognuno riconosce nell’altro un proprio simile (anzi, forse qualcosa di più: un fratello, come afferma Naruto nel loro combattimento finale), che conosce la sofferenza della solitudine, ma anche un rivale. Il loro rapporto di amicizia è infatti sempre sfumato dal continuo confronto, dalla voglia di superare l’altro.
La dualità è in questa fase giocata soprattutto in una dimensione interiore: è tutta psicologica, nascosta dalla reazione emotiva dei due e mai esplicata in modo chiaro. Ciò avviene solo quando lo scontro diventa “fisico”: nella “Valle della Fine” i due personaggi dichiareranno ciò che davvero provano, comprendendo che la loro amicizia è in quel momento in un punto di contrasto insanabile. In particolare anche per la sette di potere e l’impazienza di Sasuke. Rappresentativo di questa rapporto di amicizia/rivalità (una relazione sulla stessa linea, ma che tende a versi opposti) sono molte vignette dello scontro: qui vogliamo ricordare le più belle a nostro parere, quelle vignette che mostrano Sasuke entrare sempre di più nelle tenebre, mente Naruto emerge dalla luce di un nuovo giorno.

    2) La seconda fase da noi delineata va dall’inizio del cosiddetto “Shippuden” fino al nuovo scontro tra Naruto e Sasuke dopo il ritrovo dei Cinque Kage (245-486)
Lo scontro da psicologico-interno si estrinseca a livello narrativo. Caratteristico di questa parte sono infatti le due linee in cui si estrinseca la storia: abbiamo le avventure di Naruto e il parallelo percorso di Sasuke. Qui il rapporto dei due non è più semplice avversità: attraverso le loro avventure, ognuno dei due si avvicinerà un poco alla volta alla prospettiva dell’altro.
- Naruto perderà una persona amata (Jiraya) e proverà l’odio contro colui che l’ha ucciso. In altre parole, prova sulla propria pelle la stessa esperienza di Sasuke: a conferma di ciò basti pensare che Pain è una sorta di “fratello simbolico”, in quanto è un precedente allievo dell’Ero-Sennin. 
- Sasuke invece ucciderà il fratello e verrà poi a conoscenza delle sue vere
    intenzioni. Comprenderà cosa significa esser disposto a sacrificare tutto ciò che si ha caro per il bene del villaggio.

    3) La terza parte comprende l’intera Quarta Guerra Ninjia, fino al finale (487-700).
In questa parte vi è a nostro parere un’ulteriore estrinsecazione: il manga perde ogni dimensione di interiorità per diventare pura estrinsecazione, puro scontro. Infatti in questa fase domina il battle puro: c’è poca strategia, molti power up e tecniche sempre più forti. Tutta questa parte è finalizzata affinché Naruto e Sasuke raggiungano il pieno del loro sviluppo combattivo. In questi canoni avviene il percorso uguale/inverso dei due personaggi: infatti Naruto e Sasuke si scontrano con avversari che ricordano l’amico/rivale. Naruto affronterà Madara (che possiede lo Sharingan e il Rinnegan), mentre Sasuke contro Kabuto (utilizzatore delle arti eremitiche, come Naruto). 
Vi è un importante punto d’incontro in questa fase, che conduce anche all’ultima fase del manga: Itachi. Questo personaggio è la sintesi tra Naruto e Sasuke: è un Uchiha, ma al cuore di un vero Hogake. A secondo di come i due interagiscono con la figura di Itachi, nasce l’ultimo conflitto: Naruto ascolterà le parole di Itachi, mente Sasuke fa tesoro della vita di suo fratello. Da qui la distinzione dei due nella concezione del valore dell’Hokage: per Naruto è colui che “resiste”, in modo tale da ottenere il rispetto e il riconoscimento da tutti; Sasuke invece crede che è Hokage sia colui che è in grado di unificare gli altri tramite l’odio che suscita in essi (esattamente come aveva fatto Itachi: fingendosi un criminale, ha salvaguardato l’unità della Foglia).
 Lo scontro sarà però vinto da Naruto: questo si comprende nel momento stesso in cui Sasuke, sebbene intendendolo con un diverso senso, afferma di voler diventare Hokage. In questa dichiarazione d’intenti viene meno l’avversità forte che vi era tra Naruto (creare legami) e Sasuke (tagliare i legami): lo scontro si sposta non sulla diatriba dei legami, ma su come crearli. Questo spostamento d’intenzioni rientra però nella sfera originaria di Naruto: Sasuke è perciò, in un certo senso, già convertito e quindi già vinto, poiché ha ceduto l’odio per qualcosa che è di più. Un odio al fine di creare unità.

    Questa è la visione dualistica che proponiamo per il manga Naruto. Certamente abbiamo tralasciato molti aspetti importanti: l’intento è però quello di creare uno schema concettuale il più possibile esauriente e esplicativo dei temi nascosti della trama, non una lista complilativa degli eventi della storia.
Ora, vi proponiamo due ultimi spunti di riflessioni. Il primo è che, secondo noi, la continua estrinsecazione delle emozioni del personaggi è stata alla lunga stancante e stucchevole. Kishimoto non è riuscito ad ri-inventare il manga: non solo ripropone più volte gli stessi temi, ma li impoverisce con una continua resa fenomenica fin troppo evidente (e non più utilizzando quel linguaggio psicologico velato di cui si era rivelato maestro nella prima parte del manga!). Tenendo fermo ciò, questo ci porta al secondo punto: lo sbaglio dei ritmi narrativi. Infatti crediamo che, data la staticità dei rapporti tra personaggi, Kishimoto abbia tentato di rimediare a questa inefficienza rimodellando i tempi narrativi del manga. Ciò lo ha però portato a evidenti banalizzazioni, soprattutto nella terza parte. Alcune cose sono esagerate (lunghezza combattimenti, power up improvvisi e in tempi ridicolmente brevi, moltiplicazione delle ipostasi delle tecniche di combattimento), altre minimizzate (psicologia personaggi, esplicazione di alcuni passaggi confusi, narrazioni a metà). Ciò conduce l’autore a terminare l’opera lasciando molto buchi nella trama (per esempio: qual’è la storia di Kaguya? Che fine hanno fatto Madara e il suo Rinnegan? Orochimaru?) e ad affrettare l’ultimo confronto tra i due personaggi.


    Nonostante tutto, vogliamo però ringraziare il duro lavoro dell’autore: ci ha regalato momenti bellissimi e ci ha permesso di vivere per anni in un mondo pieno di passioni e sentimenti. Anche con i suoi difetti (forse specialmente per quelli) Naruto entra a far parte con onore e meritevolmente nella storia del genere Shonen. E noi lo ricorderemo sempre con nostalgia ed affetto. 

Queste sono le mie impressioni complessive su Naruto per quanto riguarda il rapporto tra Naruto/Sasuke nell’arco della storia. Voi cosa ne pensate di questo manga? Come avete vissuto il finale?
    =)

    Edited by Elpg - 7/11/2014, 16:36
     
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  2. EvaKing
     
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    Wow PG un altro bell'articolo !! :D
    Sul quale non posso far altro che trovarmi d'accordo , soprattutto sulla terza e conclusiva parte del manga , durante la quale anche a me è parso che Kishimoto abbia forse esaurito le idee e ribadito quasi fino alla nausea le stesse argomentazioni .
    Detto questo , Naruto per me è stato complessivamente un ottimo manga , avvincente e pieno di personaggi molto variegati e con storie singolari , che hanno permesso una completa evoluzione dei protagonisti , seppur attraverso differenti cammini.
    Quindi direi che ci sta un bel " ottimo lavoro e grazie da arte mia " a mr. Kishimoto ( peccato per i capitoli conclusivi ! )
     
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  3. Il Belva
     
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    tò! io che pensavo fosse finito mesi fa! quando è passato dall'essere un bel manga ad un guazabuglio caotico, senza contare gli errori addirittura grafici e di disegno che in passato abbiamo sgamato! ahahah, comunque sia sempre uno splendido lavoro el pg, perchè non puoi essere tu a scrivere invece che lasciare le cose a gente come kishimoto!
     
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  4. bal8
     
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    Sono d'accordo con tutto quanto scritto nell'articolo, sono però molto più critico per quanto riguarda il finale. Perché a mio parere il finale è la parte più importante di una storia, è il momento dove si dovrebbe condensare il senso che l'autore voleva dare alla storia. E in questo caso il finale è stato davvero imbarazzante, e ha cambiato il giudizio che avevo su questo manga. Scrivo solo la frase, da cui a mio parere è iniziato il declino "perché hai ucciso Rin?".
     
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    Io devo dire che sono rimasto molto molto deluso da tutto il finale. Nessun colpo di scena per l'evoluzione della trama, troppi personaggi che erano stati introdotti sono stati abbandonati, i power up sono diventati ridicoli e gli scontri noiosi. Si salva forse l'ultimo scontro di Naruto vs Sasuke che però non ha un legame con gli avvenimenti appena precedenti (a mio parere). Inoltre tutte le questioni lasciate aperte mi hanno lasciato piuttosto contraddetto... faccio fatica a credere che abbia finito così il manga.
    Purtroppo l'ultima parte per me è fatta così male da rovinare veramente l'opera che altrimenti sarebbe stata di ottimo livello. Non riesco a fare a meno di pensare a quanto non mi sia piaciuta tutta la parte della guerra ninja (che nonostante tutto ho continuato a leggere sperando migliorasse).
     
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  6. Il Belva
     
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    ha voluto credersi Oda e dio mio non lo è, anzi!
     
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  7. Elpg
     
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    bal8, sono assolutamente d'accordo su ciò che hai scritto sul "finale di una storia".
    È vero: se viene a meno il finale, viene meno anche tutta la struttura precedente, che ha portato a quella conclusione. Io però segnerei l'inizio del declino ancora prima: ovvero quando si scopre che Tobi è effettivamente Obito. Quello è stato un colpo di banalità talmente evidente da sembrare forzato, quasi incomprensibile!
    Il problema del finale è che, se si vuole usare una metafora cinematografica, sono stati introdotti molti "effetti speciali", ma poca sostanza, lasciando sfumare i temi centrali della storia. Si pensi l'ultimo scontro e lo si legga con quello che conclude la cosiddetta prima parte del manga: la differenza a livello narrativo e la densità psicologica tra i due scontri è di una chiarezza allampante!
    Rimane molto più interessante ed avvincente il primo, quella della Valle della Fine, anche se Kishimoto avrebbe dovuto porre nello scontro finale lo stesso livello d'entusiasmo o per lo meno uno pari!
    Questo è dovuto anche al nuovo modo in cui concepisce i combattimenti nella parte finale. Prima i combattimenti erano così strutturati: si partiva con tecniche base, si usava l'astuzia e infine si usavano le mosse più potenti. Questo rendeva gli scontri interessanti per due motivi: uno, la strategia; in secondo luogo, vedere qual era l'ultima trasformazione/tecnica del personaggio. Invece nella fase finale i combattimenti oso: ti sparo addosso tutto quello che ho finché non crepi (vedi Madaar/Hashirama; Naruto/Sasuke).

    Un'ultima cosa. Non credo che Kishimoto abbia disegnato il logo di One Piece nella penultima pagina con l'intenti di evidenziare che è allo stesso livello di Oda; piuttosto sono portato a pensare che abbia voluto dire: "Riconosco la tua superiorità, sei il migliore. Quello che hai scritto è il mio sogno!". Infatti il Jolly Roger è disegnato sul copri-fronte, dove di solito i Ninjia mostrano ll simbolo che rappresenta il loro luogo di origine. E come Kishimoto tentasse di dire: "Anch'io un giorno ti raggiungerò! Aspettami". Quindi l'ultimo accenno di Kishimoto a One Piece è stato una sorta di omaggio: riconosce appieno la superiorità dell'altro come mangaka (e come non potrebbe??)
     
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6 replies since 7/11/2014, 00:20   139 views
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